L’addestramento a scuola
Molte pratiche didattiche spesso ricordano l’addestramento, in cui apprendere diviene una sorta di esercitazione meccanica e ripetitiva, a questo si può aggiungere la mancanza del lavoro di gruppo. Lavorare in questo modo non favorisce la costruzione di conoscenza e non permette all’insegnante di essere un facilitatore. Troppe volte anche a noi capita di ripetere gli stessi schemi didattici.
Non tagliamo fuori i bambini
Senza dubbio seguire tutti è molto difficile, soprattutto quando i livelli di competenza sono molto diversi, però se il nostro obiettivo non diviene l’inclusione, taglieremo fuori dalla classe alcuni alunni e questo avverrà a causa nostra. Scopri tutti i tipi di BES.
Cosa bisogna fare dunque?
Ripensare il ruolo e le pratiche degli insegnanti.
Dobbiamo imparare a diventare ottimi osservatori e ricercatori, osserviamo gli alunni mentre lavorano, osserviamoli mentre giocano, mentre si relazionano, le loro espressioni del viso.
Dobbiamo riuscire a tutelare gli alunni affinché gli apprendimenti avvengano secondo le loro tappe di sviluppo, non occorre forzare l’apprendimento, otterremmo l’effetto opposto.
Dobbiamo essere competenti sui processi di apprendimento e sostenere i bambini soprattutto quando si impegnano, i risultati verrano.
Dobbiamo imparare a farci orientare dalle nostre emozioni perché gli apprendimenti hanno molto a che fare con le emozioni e con l’esperienza vissuta. E’auspicabile che i bambini facciano delle esperienze corporee e relazionali pensate dall’adulto.
Dobbiamo aiutare il bambino a poter fare da solo.
Dobbiamo sorridere.

Creatore di questo sito.
Laurea in Scienze della Formazione Primaria, Specializzazione per il Sostegno, Master in Tecnologie dell’Istruzione e dell’Apprendimento, Animatore Digitale EIPASS.
“Tutti siamo educatori”