1) Gentile maestra Agnese, per prima cosa la ringrazio per aver accettato questa intervista. Le chiedo subito come mai questa scelta lavorativa? Cosa l’ha spinta ad intraprendere la strada dell’insegnamento?
Amo insegnare ed amo apprendere, questi sono i motivi della mia scelta lavorativa. Amo i bambini e amo stare con loro. I bambini mi regalano emozioni indescrivibili. I loro sguardi, i loro sorrisi, i loro abbracci mi rendono felice. Come diceva Maria Montessori, “i bambini sono la parte migliore del mondo”. Queste motivazioni mi sono state preziose perché mi hanno permesso di superare le tante difficoltà della mia carriera. Per me essere insegnante non è mai stato facile. Il mio lavoro mi ha sempre portato a vivere lontana dalla mia terra e dai miei affetti e a confrontarmi ogni anno con diverse realtà. Insegnare, il più delle volte, è stata come una maratona irta di ostacoli, ma nonostante ciò, continuo a considerare l’insegnamento una meravigliosa professione.
2) Durante la sua esperienza d’insegnante avrà maturato alcune convinzioni su come affrontare al meglio il lavoro che ha scelto, secondo lei, quali sono le caratteristiche che dovrebbe possedere o sviluppare un buon insegnante? Perché?
Credo che ogni azione dell’insegnare per essere efficace debba essere fatta con il cuore.
Non ho la pretesa di insegnare niente a nessuno, a parte ai miei alunni, che cerco di mettere nelle condizioni di imparare, più che insegnare loro qualcosa, ma ritengo che, per essere un buon insegnante devi unire alle tue competenze professionali principalmente il cuore. Questa, a mio avviso, è la base da cui partire per edificare un proficuo apprendimento ed è questo l’elemento chiave che mi aiuta e tenere alta la loro attenzione in tutto ciò che cerco di trasmettere loro.
3) Oltre ad essere curiosa e creativa lei è anche un’appassionata di nuove tecnologie, una maestra innovativa! Che ruolo hanno le TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) nella sua didattica? Quanto e come le utilizza?
L’uso delle TIC è ormai imprescindibile nella mia vita quotidiana e, ovviamente, anche nella mia didattica. La scuola e la didattica sono oggi oggetto di profondi cambiamenti legati alla rivoluzione digitale, ma anche all’affermarsi di nuove metodologie didattiche e forme di apprendimento. L’importanza della tecnologia nei processi di insegnamento-apprendimento è ormai una certezza innegabile e il riconoscimento di tale importanza è chiaramente sottolineato anche nei documenti ministeriali finora proposti per la riforma della scuola. Oggi è dunque fondamentale ripensare ad una didattica che possa accogliere pienamente tutte le potenzialità offerte dalle innovazioni tecnologiche. Tuttavia, la scuola italiana non è del tutto pronta a raccogliere questa sfida. Infatti, da una parte, per mancanza di fondi, abbiamo ancora scuole totalmente sfornite di qualsiasi dotazione tecnologica; dall’altra assistiamo alla presenza di scuole dove sono stati finanziati programmi a volte anche lungimiranti. Si pensi ai progetti delle Cl@ssi 2.0, Scuole 2.0, Editoria digitale, Piano LIM, registri elettronici, Tablet, ForDoc, ecc… Ma a cosa servono tutti questi progetti innovativi se non si è ancora pronti ad accettare e comprendere il significato di tale mutamento? Senza alcun intento generalizzante e senza sprezzare il prezioso lavoro dei colleghi, ho più volte osservato alcuni insegnanti in difficoltà nel padroneggiare dispositivi tecnologici che conoscono poco o non conoscono affatto, vedendosi dunque in difetto, non capaci di rispondere a tutte quelle domande o curiosità che la tecnologia suscita, dovendo così accettare di non sapere o di essere smentiti da un alunno che, non è raro, ne sappia di più di loro. Altri, di fronte a tali strumenti, pensano di perdere il proprio ruolo, perché si pongono come detentori di un sapere assoluto. Più concretamente, molti insegnanti spesso non credono nella reale utilità e nell’effettiva valenza didattica delle nuove tecnologie. A tal riguardo, appare ragionevole la critica che Nicholas Negroponte fa alle insegnanti:
“Se un insegnante della metà dell’Ottocento”, venisse trasportato dalla macchina del tempo in un’aula di oggi, potrebbe riprendere da dove era rimasto il suo collega dei giorni nostri. Ci sono ben poche differenze sostanziali tra come s’insegna oggi rispetto a 150 anni fa. L’impiego della tecnologia è circa allo stesso livello!
Ritengo, dunque, che l’impiego a scuola delle nuove tecnologie possa davvero avere una propria valenza solo se si è capaci di rivoluzionare il nucleo stesso dell’azione educativa e, con esso, inevitabilmente il rapporto insegnante/alunno e il ruolo del docente stesso.
Quindi, invece di chiederci perché i nostri alunni a scuola spesso perdono interesse e si annoiano, o di chiederci perché una quantità sempre più crescente di essi sono “afflitti” da deficit di attenzione, preoccupiamoci della dissonanza che si sta sempre più creando fra i metodi attuali di insegnamento e gli interessi naturali dei ragazzi.
4) Nel panorama dell’insegnamento in Italia lei è riuscita a distinguersi sia con il suo sito internet che con la sua pagina Facebook. Quali sono stati gli ingredienti che le hanno permesso di raggiungere questo successo? Cosa consiglia a chiunque voglia intraprendere questa strada?
Gli ingredienti fondamentali, che mi hanno permesso di raggiungere questi inaspettati risultati, sono stati impegno, costanza, tempo e, perché no, anche una spruzzata finale di fortuna! Grazie all’evoluzione della rete, quello che solo pochi anni fa era un processo macchinoso e che richiedeva notevoli conoscenze tecniche oggi è diventato semplice e alla portata di tutti. Un tempo era, infatti, indispensabile rivolgersi a un webmaster o a un web designer; oggi invece vi sono numerosi programmi, anche gratuiti, che consentono di realizzare un sito personale senza troppa fatica e, a tal proposito, la rete offre molteplici consigli illuminanti. Dunque, non serve essere programmatori, grafici o ingegneri informatici. Sul web le opportunità sono infinite e sempre più numerose sono le persone che si dedicano alla realizzazione personale di un sito internet. Tutto ciò che serve per creare un sito o un blog sono dunque tempo, costanza e qualche buona idea. Il difficile, semmai, è riuscire ad ottenere successivamente una buona visibilità.
5) Ringraziandola per la sua disponibilità le vorrei chiedere, come solitamente faccio, di inventare un aforisma sull’insegnamento da poter condividere con la comunità online degli insegnanti. Grazie ancora per il suo tempo prezioso maestra Agnese.
Osserva ed agisci con il cuore! Per me è davvero così. Sento di dare un vero significato alla mia professione solo nella misura in cui dono me stessa ai miei alunni, amandoli ed accettandoli per quello che sono.

Creatore di questo sito.
Laurea in Scienze della Formazione Primaria, Specializzazione per il Sostegno, Master in Tecnologie dell’Istruzione e dell’Apprendimento, Animatore Digitale EIPASS.
“Tutti siamo educatori”